mercoledì 4 novembre 2015

Audition (1999)

Audition è un film del 1999, diretto da Takashi Miike. È basato sul romanzo omonimo di Ryū Murakami.

Considerato uno dei migliori film del regista giapponese, è il film che lo ha fatto conoscere definitivamente in tutto il mondo.

Shigeharu Aoyama è un uomo di mezza età rimasto vedovo dopo la morte per malattia della moglie. Suo figlio Shigeiko gli propone dopo tanti anni di incontrare nuovamente una donna e di risposarsi. Dopo un attimo di esitazione l'uomo si convince e si reca dall'amico produttore cinematografico Yasuhisa Yoshigawa, che organizza un'audizione per un film che non verrà mai realizzato, con il solo scopo di far incontrare più ragazze ad Aoyama, che sceglierà la sua sposa.

All'audizione si presentano varie ragazze, ma Aoyama rimane subito colpito dalla bellezza e dalla dolcezza di Asami, una ragazza che dichiara di essere stata una ballerina che dopo un grave incidente ha dovuto rinunciare ad una fortunata carriera. Yoshigawa ha però molti dubbi su Asami. Nel curriculum da lei complilato infatti non si possono contattare le sue referenze, poiché tutti gli indirizzi da lei scritti si rivelano falsi. Aoyama non crede a quello che dice il suo amico, e decide di telefonare e di incontrare Asami. Questa vive in uno squallido appartamento quasi vuoto, ad eccezione di un grande sacco e di un telefono, vicino al quale Asami sta seduta immobile per giorni e giorni, in attesa della telefonata di Aoyama. Quando finalmente il telefono squilla, il sacco inizia improvvisamente a muoversi, e Asami sfoggia un sorriso inquietante.

Continua su https://it.wikipedia.org/wiki/Audition

1 commento:

  1. Mah, ormai le serie televisive hanno ampiamente superato il livello di splatter e porcherie oniriche/pruriginose di questo film (peraltro solo nella parte finale). La parte della tortura mi ha solo dato fastidio e confermo di non amare questo genere di film. Per il resto non ci ho capito una ceppa e non desidero neanche capirlo, ad ulteriore riprova che il film non ha scatenato in me le reazioni che penso il regista avesse in mente. Nota di merito per la bella gnocchetti giapponese,

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